Dott. Franco Tramontana 
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia
 
 

Fibroma uterino

ARGOMENTI

Cos'è

Il fibroma uterino o leiomioma è il più comune tumore benigno dell'utero. E' una formazione solida, che si sviluppa a carico della muscolatura liscia della parete uterina.

Studi clinici segnalano un’incidenza del 25-30% della popolazione femminile in età fertile, con ricorrenza maggiore dopo i quarant’anni e nelle donne di colore.

Mostrano una certa familiarità, ovvero si formano più frequentemente in donne le cui parenti strette hanno già avuto fibromi.

La crescita dei fibromi è ormonodipendente essendo infatti correlata alla secrezione ormonale ovarica e precisamente alla sua componente estrogenica. Per questo motivo frequentemente tendono, nelle donne fertili, a crescere di dimensioni nel tempo. Dopo la menopausa invece (dove si verifica una drastica caduta dei livelli degli estrogeni) i fibromi tendono a regredire spontaneamente, e con loro la sintomatologia ad essi associata.

Le loro dimensioni possono variare da pochi millimetri a diversi centimetri, fino ad arrivare in alcuni casi a diventare una massa che occupa l'intero addome.

Possono essere singoli o multipli, e variamente localizzati.

In base alla loro localizzazione uterina si possono classificare in:

  1.   Sottomucosi quando protrudono all’interno della cavità uterina.

  2.   Intramurali quando si trovano all’interno della parete muscolare.

  3.   Sottosierosi quando si sviluppano sulla superficie esterna dell’utero.

  4. Peduncolati quando i fibromi sottosierosi e sottomucosi sporgono dall’utero rimanendo collegati attraverso uno stretto istmo; sono associati ad un rischio di torsione.
















Sintomi

Nonostante l’incidenza elevata di questa patologia, la maggior parte dei fibromi rimangono asintomatici, solo il 10-20 % dei fibromi diventano sintomatici.
Il sanguinamento è sicuramente il più importante dei sintomi, e si presenta generalmente sotto forma di mestruazioni particolarmente abbondanti (menorragia) con presenza di coaguli, ed è spesso accompagnato da anemia conseguente alla perdita ematica ricorrente.
Il dolore pelvico ed il senso di pressione sono spesso correlati alla presenza di fibromi, e possono peggiorare con l’esercizio fisico, o durante i rapporti sessuali.
La pressione esercitata dai fibromi sull’apparato urinario può aumentare la frequenza della minzione, con necessità di alzarsi la notte per urinare, o in qualche caso contribuire all’incontinenza.

Anche la fertilità e la possibilità di portare felicemente a termine una gravidanza possono essere compromesse dalla presenza di fibromi.
E’ sempre necessario sottoporsi ad una visita ginecologica che confermi la presenza del fibroma uterino.



Terapia Medica

Sebbene il trattamento farmacologico riesca in molti casi ad alleviare i sintomi correlati alla presenza del fibroma, la semplice terapia medica (anti infiammatori e/o antiemorragici) non è in grado di portare alla guarigione della patologia. Un altro tipo di terapia medica più specifica, la terapia ormonale, può in alcuni casi essere presa in considerazione.

Attualmente le terapie ormonali maggiormente utilizzate sono le seguenti:


Progestinici: la loro indicazione risiede nel bloccare la menometrorragia e nel provare a regolarizzare il flusso mestruale. Va praticata in genere per 3 mesi.


Estroprogestinici: indicati ancora per controllare i sanguinamenti, ma non utilizzabili per lunghi periodi, per la presenza della componente estrogenica che potrebbe quindi far crescere il mioma.


GnRH analoghi: portano vantaggi prima dell'intervento di miomectomia nei fibromi particolarmente grossi di dimensioni, ma è escluso che il loro impiego possa risolvere attraverso una via medica il problema terapeutico dei fibromi. Seppur agiscano riducendo il volume del fibroma del 30-50%, una volta terminato il trattamento il mioma ritorna alle sue dimensioni iniziali. E' inoltre importante sottolineare i possibili effetti collaterali della terapia ormonale con analoghi del GnRH, tra tutti le vampate di calore, l'atrofia vaginale, perdita di massa ossea (osteoporosi), aumento del colesterolo e di LDL (con aumento di circa sei-sette volte del tasso di infarto cardiaco). Tali effetti collaterali possono limitarne il periodo di assunzione nel tempo ad un massimo di 6 mesi.



Intervento Chirurgico

In una logica moderna ed evoluta, la miomectomia è di norma un intervento endoscopico, ovvero attuato senza tagli sull’addome, attraverso operazioni di tipo laparoscopico o isteroscopico.


Miomectomia: è la scelta chirurgica prioritaria in donne in età fertile. Consiste nell'asportazione del fibroma, mantenendo il viscere uterino, quindi la sua funzione riproduttiva. In circa il 10-15% dei casi, dopo alcuni anni, si è costretti a reintervenire a causa di una recidiva di malattia.

Può essere eseguita per via laparotomica (cioè con l'apertura della parete addominale) o per via laparoscopica (cioè con l'introduzione di strumenti chirurgici sottili attraverso piccole incisioni addominali) o per via isteroscopica (cioè con l'introduzione attraverso la vagina di uno strumento, il resettoscopio, quindi in assenza di incisioni addominali). Quest'ultima via chirurgica è riservata ai fibromi che aggettano in cavità uterina (miomi sottomucosi).



Isterectomia: consiste nell'asportazione completa dell'utero, con la perdita, quindi, della capacità riproduttiva.



Isteroscopia operativa: è una tecnica chirurgica mininvasiva conservativa, cioè che mantiene la funzionalità riproduttiva dell'utero, riservata ai fibromi che aggettano in cavità uterina (sottomucosi) di diametro massimo di 5 centimetri. Viene eseguita per via vaginale, quindi in assenza di incisioni della parete addominale, in anestesia spinale, con un ricovero di 2 giorni e recupero immediato.




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Miomectomia laparoscopica